Obiezione: chi se ne frega! Le lingue evolvono naturalmente, con tante altre cose a cui pensare, perché dovremmo preoccuparci di quanti anglicismi si usano in italiano?

In Italia si sente spesso dire che "i problemi sono ben altri". Così facendo, però, non se ne affronta mai nemmeno uno, perché ce n'è sempre un altro più grave a cui dedicarsi. Volendo ragionare sul tema della lingua italiana, pur consapevoli che nel frattempo ci si debba dedicare anche ad altro, ci accorgeremmo che essa è un patrimonio che appartiene a tutti noi. Uno strumento che usiamo fin da piccolissimi per conoscere e capire il mondo, per comunicare, per imparare e insegnare nozioni, per astrarre concetti, e una nostra risorsa personale e collettiva, come Paese. Una risorsa anche economica, perché è in grado di attrarre persone da tutto il mondo e legarle all'Italia, farne ambasciatori della nostra cultura nei rispettivi Paesi. Se tuteliamo il nostro patrimonio artistico, architettonico, musicale, gastronomico, non si vede perché non dovremmo fare lo stesso con quello linguistico. Perché le lingue non evolvono poi così "naturalmente" come si pensa. Se tutti i giornali, le tv, i siti in Rete, usano un anglicismo, questo si diffonderà con ogni probabilità anche nella lingua di tutti i parlanti, che lo ripeteranno. Occorrerebbe dunque anche in Italia una vera politica linguistica (e no, non siamo fascisti 😉 )