La politica ha la missione di prendere decisioni per il bene comune dei cittadini e “nell’interesse della nazione”. La lingua è un patrimonio dell’Italia e degli italiani. Se sei un uomo o una donna politica, puoi fare molto per l’italiano. Nelle parole che scegli nei tuoi discorsi pubblici, nei comizi, nelle interviste, nelle iniziative legislative, in seno al tuo partito. E naturalmente potresti proporre o appoggiare proposte politiche a favore della lingua italiana.
Ognuno è libero di parlare e scrivere come crede, non abbiamo liste di parole proibite, non siamo puristi e non vogliamo emulare la politica linguistica del fascismo. Molti anglicismi crudi sono diffusi da tempo e sono a volte il termine più conosciuto e di conseguenza più chiaro. Ma ti invitiamo a cercare un'alternativa italiana e a usarla quanto più possibile nei tuoi interventi pubblici. Forse potresti parlare di passaporto sanitario (o perlomeno pass sanitario) invece di green pass, di riscaldamento globale e cambiamenti climatici, di tassa piatta, di tasse su plastica e zuccheri invece che flat, sugar, plastic tax. In Italia abbiamo leggi sugli home restaurants mentre già era in uso "ristorante domestico". Abbiamo leggi sullo stalking e sul mobbing, proposte contro il catcalling, nomi poco trasparenti che rischiano di edulcorare il fatto che si tratta di molestie. A proposito di leggi, possiamo continuare a chiamarle così, invece che "act". La politica esige chiarezza e trasparenza verso i cittadini, e non abusare degli anglicismi è un passo importante in questa direzione.
Italofonia ospita un dizionario delle Alternative Agli Anglicismi (AAA) libero e gratuito, lo trovi a questo indirizzo. Contiene alternative in uso, non neologismi inventati dall'autore. Puoi anche contribuire con le tue segnalazioni.
La cosa bella della difesa e promozione della lingua italiana, è che essa rispecchia valori dei colori politici più diversi. Di qualunque partito o movimento tu sia, potrai quasi certamente trovare in questa battaglia uno dei valori in cui ti rispecchi. Qualche esempio...
Sei di destra?
La lingua italiana è uno dei simboli della Nazione, uno degli elementi di unità degli italiani che ha guidato la creazione dello Stato unitario. Essa è uno dei pilastri della nostra identità nazionale e un fattore di prestigio nel mondo. Le grandi nazioni non sminuiscono né mortificano la propria lingua, ma la tutelano e la promuovono. Perché noi dovremmo fare il contrario? L'italiano deve restare vivo e adatto ad esprimersi in tutti i campi e la sua conoscenza sarà la base per i nostri ragazzi per imparare anche l'inglese e altre lingue.
Liberale di centro?
L'italiano è un fattore di coesione sociale interna e un elemento di promozione economica all'estero. Attira turisti, studenti, appassionati di arte, lirica, cucina, può essere un biglietto da visita delle imprese italiane nel mondo e un volano per l'economia. Nessuno combatte l'insegnamento dell'inglese, ma questo deve essere complementare alla conoscenza della lingua madre e alla sua promozione.
Sei di sinistra?
La difesa e la valorizzazione dell'italiano significa inclusività, eguaglianza e apertura alla diversità culturale. C'è chi vuole costruire un'università e un'alta formazione elitarie, sul modello medievale della divisione tra classi colte e classi basse senza accesso all'istruzione. Con l'inglese al posto del latino. Tutti devono aver accesso alla conoscenza, tutti devono poter comprendere ciò che accade nella vita politica del Paese, attraverso i giornali e i testi delle leggi. L'abuso dell'inglese limita tutto questo e costruisce un mondo basato sull'idolatria a senso unico del modello anglo-americano, chiudendo a tutte le altre lingue e culture. L'insegnamento dell'italiano agli stranieri è un tassello fondamentale nell'integrazione.
L'Italia non ha una politica linguistica in favore dell'italiano. Probabilmente per l'eredità della politica culturale fascista, qualsiasi idea di promuovere o tutelare l'italiano con delle leggi evoca visioni repressive e impositive. Non dev'essere così. Molti Stati democratici e molte realtà locali, anche in Italia dove vivono minoranze linguistiche, hanno leggi a tutela delle loro lingue. In Italia le poche decisioni politiche in materia linguistica sono state a favore dell'inglese, che sta progressivamente scacciando l'italiano dall'alta formazione universitaria, dalla ricerca scientifica e dal linguaggio della tecnica e della tecnologia. Nel 2020, al Politecnico di Milano, su 40 corsi specialistici, 27 erano solo in inglese. Dal 2018 i Progetti di ricerca di interesse nazionali, anche di scienze umane, devono essere presentati in inglese per poter ottenere finanziamenti.
Nel tuo ruolo, puoi promuovere leggi e iniziative a favore della creazione di una politica linguistica a favore dell'italiano. Noi Attivisti dell'italiano, in base a quanto prevede l'articolo 50 della Costituzione, abbiamo presentato nel marzo 2021 una petizione per una proposta di legge in questa direzione. Puoi prenderla in considerazione, portarla in aula o usarla come base per una tua proposta. Ci piacerebbe che la lingua italiana unisse i vari partiti a suo favore, invece che unirli nel farla arretrare a favore del solo inglese. Una delle definizioni della linguistica di "lingua" dice che essa è "un dialetto che ha fatto carriera". La politica italiana negli ultimi anni sta demansionando l'italiano facendolo retrocedere nella carriera, e il rischio è quello di un pensionamento anticipato o di un licenziamento. Questo non conviene ai cittadini, non conviene all'Italia. Tu puoi fare qualcosa di concreto per invertire la tendenza.